“Base Nera”
alzata in marmo nero
Ed. Clio Calvi & Rudi Volpi (2001)
Autore Ettore Sottsass
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Alzata in Marmo Nero del Belgio
e Nero Marquinia.
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Esemplare numero 1/6
Edizione Galleria Clio Calvi
& Rudy Volpi, Milano (Italia)
Anno 2001
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Prodotto in Italia, lavorazione e manifattura italiana, cultura, qualità, unicità e abilità realizzative italiane.
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Not for sale
Collezione privata
Primo esemplare con numerazione 1/6 esposto nella Mostra "Dieci Anni con Ettore Sottsass"
organizzata nel 2009 da Clio Calvi e Rudy Volpi a Palazzo Crivelli a Milano
Alzata in Marmo Nero Marquinia e Marmo Nero del Belgio
exhibition
“Dieci Anni con Ettore Sottsass”
Mostra – Palazzo Crivelli, Milano 2009
10 anni con Ettore
E’ una sorpresa ancora una volta, per noi, vedere tutti insieme i progetti realizzati in questi ultimi dieci anni con Ettore Sottsass. Ognuno di loro è nato in un momento preciso, per un motivo preciso.Ognuno di loro ha la sua storia.Ognuno di loro ha una sua precisa origine.
Cominciavamo a parlarne un anno prima, prima dell’estate, ma non come si parla in una riunione di lavoro perché per nessuno di noi era “il lavoro”.Lo spunto era di ordine intellettuale, c’era la necessità di sentimenti , a volte di calma, a volte di fuga, altre di anarchia o di intimità , e questi riflettevano la realtà del momento. Anche se Ettore si divertiva a fare tutto questo, per lui non era un gioco, Ettore non giocava. Era piuttosto una sfida con sé stesso, che sempre, alla fine, ci lasciava stupiti. L’importante era comunicare un’emozione e divertirsi nel farlo.Erano momenti di entusiasmo e di allegria. Per questo “Foresta” non è solo una scrivania e “Akub” non è solo un contenitore. In ognuno di loro c’è lo spazio per il sogno e per qualcosa che a parole non si riesce bene a definire ma ha a che fare con quello che di più profondo possediamo. Poi, c’era la sorpresa finale della realizzazione del progetto ed eravamo tutti contenti , ma subito dopo si sentiva l’urgenza di andare avanti, come in un ordine determinato. Così qualcuno di loro, fino ad ora, è rimasto un prototipo. Crediamo sia importante, attraverso questa mostra, tramandare la memoria di Sottsass soprattutto come uomo sperando di poter trasmettere, a chi ha la sensibilità per comprendere, lo spirito di quello che ci ha insegnato e lasciato, la libertà , la curiosità,la generosità.
Il talento resta a lui.
Clio Calvi e Rudy Volpi
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Dieci anni con Ettore Sottsass
(pensieri di Clio Calvi e Rudi Volpi raccolti da Barbara Radice)
“Il primo progetto è datato 1998, l’ultimo 2007”, così esordisce Rudi Volpi con Clio Calvi parlando della mostra Sottsass a palazzo Crivelli che, insistono, “non è proprio una mostra ma una comunicazione, la “esposizione” di un insegnamento.
“Parlare di Ettore è complicato”, dice Rudi.“Per me prima che un architetto o un artista è un maestro di vita. In lui c’è il senso profondo della misura interiore, il disinteresse per l’aspetto mercantile delle cose. Ettore insegna quello che non devi fare. Per esempio: se una cosa ha successo abbandonala, vai da un’altra parte, la direzione non è quella. Il successo è un castigo, sottrae consapevolezza; poiché inebria, impedisce o rende difficile il contatto con la parte profonda di te”.
“Ettore era curioso, molto attento. Una volta mentre andavamo in pizzeria mi ha fatto vedere un graffito piccolo, piccolissimo, quasi nascosto tra i sassi del muro. Lui era senza giudizio (non giudicava) e senza pregiudizi. Recepiva. E’ un insegnamento altissimo. Ettore ha sempre vissuto la vita come un rischio e aveva una forza immensa, quella della terra e quella della testa. Aveva anche un immenso talento. Era fortunato, glielo dicevo sempre. E poi guarda come finisce…con le maschere”.
Clio Calvi e Rudi Volpi vogliono privilegiare, mi pare, il versante affettuoso emotivo del loro rapporto con Sottsass e l’insegnamento che deriva dall’esempio della qualità della persona, piuttosto che la qualità del professionista famoso. In questo senso è vero che le maschere di Sottsass, disegnate nell’isola di Filicudi l’estate del 2006, sono oggetti magici. La prima si chiama “sto meditando non toccatemi” e rappresenta forse uno spinoso sciamano con occhi rovesciati verso l’interno, in raccoglimento. Nella seconda “guardo il mare“, sopra una rosea bocca sorridente lo sguardo di immensi occhi azzurri diventa l’oggetto stesso della contemplazione. La terza maschera si chiama “la mia anima” ed è la vera unica maschera che coprendo svela l’incomprensibile generale
(pensieri di Clio Calvi e Rudi Volpi raccolti da Barbara Radice)
Allestimento della mostra a cura di Nanae Umeda.
http://www.cliocalvirudyvolpi.it/#!10-anni-ettore/c24lj